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L’importanza della riabilitazione in Ucraina durante la guerra: restituire autonomia e speranza

8 Aprile 2025

Oggi, l’Ucraina sta vivendo una fase importante nello sviluppo della riabilitazione medica. La guerra ha portato molte sfide, ma ha anche stimolato progressi nei metodi di cura e recupero. I giovani professionisti si formano attivamente, partecipano a percorsi internazionali e applicano approcci riabilitativi moderni.

Abbiamo parlato con Yuliia Valko, terapista occupazionale appena rientrata da un periodo di formazione presso la clinica IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, in Italia. Il percorso formativo faceva parte del progetto “Health care for safety and rehabilitation“, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS). Yuliia ci ha raccontato della sua professione, dell’importanza della riabilitazione e della sua esperienza all’estero.


Yuliia, puoi raccontarci qualcosa di te e del tuo percorso professionale?
Mi chiamo Yuliia, ho 23 anni. Mi sono laureata all’Università Medica Nazionale di Ivano-Frankivsk in Fisioterapia e Terapia Occupazionale e ho anche studiato psicologia all’Università Nazionale di Prykarpattia.
Lavoro da due anni presso l’Ospedale Pediatrico Regionale di Ivano-Frankivsk e, dal 2024, collaboro anche con la Clinica di San Luca. Il mio lavoro consiste nel riabilitare i pazienti dopo traumi, interventi chirurgici o malattie che hanno compromesso la loro mobilità.


Cosa ti ha ispirata a scegliere questa professione?
Ho sempre amato lavorare con le persone. Fin da bambina, io e mia sorella ci siamo dedicate al volontariato, aiutando chi era in difficoltà. Questo desiderio di aiutare gli altri ha guidato la mia scelta professionale.
Provo una grande soddisfazione nel vedere i miei pazienti fare progressi: diventare più autonomi, migliorare le loro capacità motorie e la qualità della loro vita. La riabilitazione non è solo il recupero delle funzioni fisiche, ma significa riappropriarsi della propria autonomia e adattarsi a nuove realtà.


Hai recentemente seguito una formazione in Italia. Com’è stata questa esperienza?
Abbiamo visitato la clinica di Negrar per la seconda volta, dove abbiamo appreso le ultime tecniche di riabilitazione. La struttura è composta da specialisti altamente qualificati che ci hanno condiviso i loro approcci terapeutici.
Abbiamo avuto l’opportunità di approfondire la terapia Bobath, utilizzata per riabilitare i pazienti con disturbi del sistema nervoso centrale. Inoltre, abbiamo lavorato con dispositivi robotici che aiutano i pazienti a recuperare i movimenti.
Abbiamo anche trascorso del tempo nel reparto di terapia intensiva, aiutando i pazienti a migliorare la funzione respiratoria dopo traumi gravi e malattie.


Quali conoscenze e competenze ti hanno colpita di più?
Mi ha colpita soprattutto l’importanza data alla formazione dei familiari dei pazienti. Gli specialisti spiegano come assistere correttamente i propri cari nella quotidianità, come aiutarli a spostarsi in sicurezza, ad esempio dalla sedia a rotelle all’auto. Questo migliora notevolmente la qualità della vita, non solo dei pazienti, ma anche delle loro famiglie.
Ho anche apprezzato molto l’efficacia dell’approccio multidisciplinare, dove fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti, psicologi e medici lavorano insieme per creare un piano riabilitativo personalizzato.


Come stai applicando queste competenze nel tuo lavoro quotidiano?
Dopo la formazione, ho iniziato ad applicare nuove tecniche nella mia pratica quotidiana. Ad esempio, utilizzo metodi specifici della terapia Bobath per aiutare i pazienti con difficoltà motorie.
Inoltre, presto più attenzione alla formazione dei caregiver: spiego loro come sostenere il paziente a casa e quali esercizi possono fare insieme.


Secondo te, quali sono le principali sfide per lo sviluppo della riabilitazione in Ucraina?
L’Ucraina sta facendo progressi significativi nel campo della riabilitazione, ma ci sono ancora aspetti da migliorare.
Manca attrezzatura riabilitativa moderna, che invece è largamente presente nelle cliniche europee. Sarebbe fondamentale se ogni terapista potesse formarsi all’estero e imparare direttamente dai colleghi internazionali.
Inoltre, dobbiamo sviluppare un approccio di lavoro più integrato, dove i vari specialisti collaborano strettamente. Questo permette una valutazione più completa delle condizioni del paziente e l’elaborazione di piani di recupero più efficaci.


Quanto pensi siano importanti iniziative come questa per lo sviluppo della sanità ucraina?
Studiare all’estero è un’opportunità preziosissima per acquisire competenze avanzate e fare esperienza pratica. Questo permette di migliorare la qualità dei servizi riabilitativi in Ucraina. Quando gli specialisti hanno accesso a tecniche e tecnologie moderne, possono offrire cure migliori ai pazienti.


Vuoi esprimere un messaggio di ringraziamento ai finanziatori della tua formazione?
Sono profondamente grata a tutti coloro che hanno reso possibile la nostra formazione a Negrar. È stata un’esperienza formativa straordinaria, che ha cambiato il mio modo di vedere la riabilitazione.
Un ringraziamento speciale ai professori e agli specialisti della clinica, che hanno condiviso le loro conoscenze, risposto alle nostre domande e ci hanno guidato negli esercizi pratici.
Questa formazione mi ha confermato che siamo sulla strada giusta: la riabilitazione non è solo movimento, è dare alle persone la possibilità di riappropriarsi della propria vita. Ed è proprio questa, per me, la più grande motivazione per andare avanti!


Questa conversazione mette ancora una volta in luce come i giovani specialisti ucraini stiano evolvendo, adottando competenze internazionali e contribuendo a migliorare la medicina riabilitativa nel proprio Paese.
Siamo certi che iniziative come questa aiuteranno migliaia di pazienti a ritrovare una vita attiva e indipendente.

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